Ab-buffet.

Ab-buffet.

Il giorno in cui consegnammo la rainbow, il successo fu tanto, che la festeggiata mi “prenotó” per la torta per la prima comunione del cucciolo grande.

Allora sembrava lontano secoli, ma il grande giorno é arrivato.

Nel frattempo io ho fatto nuovi test e, chiacchierando chiacchierando, ho proposto di fare un buffet, in modo che la mia amica non dovesse passare 48 ore ai fornelli.

Siamo partiti dal dover fare una cinquantina di stuzzichini a…200 pezzi divisi tra brioscine, paninetti e vol-aú-vent, piú due torte ed una ad un amichetto, senza, anzi con cialda..

Cialda??? E io dove la trovo la cialda in 3 giorni??????

Mi ricordavo che in un supermercato, vicino a casa, stampavano le cialde personalizzate, ma bisognava convincerli a farlo, senza comprare la torta.

Quindi: trova l’ immagine, falla ritoccare dal santo, implora mamma e papà per andare a convincere i tizi a  stamparla…

Missione 1: fallita! Scortesia pura, giallo finito e decisamente poca voglia di collaborare.

Missione 2: compiuta!!! Super panettiere figo, dieci minuti di attesa e via!! Cialde a peso d’oro ottenute!! Grandi papy & mamy!

Devo dire che, presa da un entusiasmo pazzesco, avevo un po’ preso sotto gamba la cosa.

In sé il problema non é stato tanto il fare tutto, quanto lo stoccaggio!!

Il frigo ha una capienza finita (molto ampia, ma finita!) e, l’averne recuperato un altro all’ultimo minuto é stata una benedizione celestiale!

Morale, aiutata dagli elfi (uno collaborativo, due piccini, un po’ meno), ho iniziato la grande produzione.

La pasta sfoglia é solo una questione di rispetto dei tempi di attesa, anche se, per 4 panetti, sono necessari forza, spazio e dedizione.

Il giorno successivo é stata la volta delle torte…

L’ultimo giorno è stato il turno della panificazione. Devo ammettere che, scegliere come incastrare correttamente i tempi di lievitazione, preparare tutti gli ingredienti in contenitori separati e, sopratutto, non mischiare tra loro gli ingredienti, né tantomeno dimenticarmi il sale (cosa che faccio mediamente una volta su due!!!), é stata un’impresa diabolica, ma, complici la levataccia all’alba e l’assistenza divina, é filato tutto liscio!

Devo dire che la massa di lievitato utilizzata era davvero imponente, ma, come ho già detto tante volte, osservarla crescere, impastarla con amore e renderla duttile, fare le pieghe e pirlare, vedendo che rimane compatta e non si ammoscia, non ha davvero prezzo..

É una delle poche cose che, in questo periodo “un po’ caotico”, riesce a rilassarmi.

Formate palline e cornetti, via di lievitazione…

Anche in questo caso, per mia somma sfortuna, le dimensioni del forno a disposizione sono finite (e di questo non ho il back up), ma, dato che mi hanno insegnato a non arrendermi mai, ho allestito l’antibagno a camera di lievitazione: ho riempito la vasca da bagno di acqua bollente e acceso il phon al massimo per scaldar la stanza. Morale: in pochi minuti sono stati raggiunti i 26°C.

Mentre finivo di coppare i vol-au-vent e il resto della forneria era in cottura, ho decorato le torte.

Il risultato é stato questo… (stratificazione frigorifero perfetta, intorno: il vuoto siderale…)

Poi il Santo ha iniziato la farcitura; non avevo memoria dell’ultima volta in cui la pulce “grande” avesse dormito il pomeriggio, ma si vede che dobbiamo aver fatto pietà a qualcuno dei “piani alti” che deve averli narcotizzati, facendoli dormire entrambi 3 ore!

Lavorando come due forsennati siamo riusciti a finire tutto a tempo record e a consegnare tutto.

Salato…

… e dolce!!!

E con gli avanzi?????

Ve lo racconto nel prossimo post!!

Auguri Giacomooooooooo e anche a mamma e papà!!!

Brioches

Passata la Pasqua e passato lo stormo di colombe, ho lasciato ben 4 giorni di ferie alla planetaria.

Devo dire la verità, stare in albergo e non poter impastare nulla, mi é sembrato decisamente strano; tante volte ho avuto l’istinto di chiedere asilo politico all’amica nella cucina dell’hotel, ma poi mi sono imposta una pausa “riflessiva” e di imparare a godermi il momento dell’impasto. In effetti, la planetaria é, più che un attrezzo, un’amica fidata, un essere simbiotico e dotato di anima.

Un mio professore di scuola, il mio mentore, colui che mi ha insegnato a fare il chimico, mi ha sempre detto che gli strumenti hanno un’anima ed una personalità, spesso perversa e dispettosa, ma esigono rispetto e timore reverenziale; lo stesso vale in cucina: la planetaria e il forno vanno riveriti… se si indispettiscono e si ammutinano loro, é la fine!!!

É inutile dire che appena messo piede in casa ho decretato la fine della tregua della planetaria e ho impastato al volo una focaccia, cosí, giusto per gradire!

Poi ho iniziato a girare in tondo come uno squalo, in cerca di qualcosa da impastare, finché non ho puntato la sezione bomboloni, brioches & friends.

Siccome essendo stata via, anche la lavatrice ha fatto ferie (il ferro da stiro é in vacanza da una vita), ho pensato bene di intervallare lo sdoganamento dell’Everest di panni da stirare con qualcosa di veloce da fare.

Questo impasto prevede una fase da fare a mano ed era tanto che non impastavo senza planetaria.

È stata una sensazione spettacolare: l’impasto che si amalgama al lievitino, i colori che si fondono e i profumi che si sprigionano, la massa prende corpo e finalmente si inizia a fare le pieghe di rinforzo e a pirlare…I bimbi mi hanno guardata estasiati; sono certa che avrebbero voluto partecipare al “pigia pigia”.

Premesso che, prima di vedere un tutorial durante la produzione di pennute, non avevo mai arrotondato un impasto; ieri sera, magicamente, tutto ha preso la forma e la consistenza perfette.

Impasta, attendi, stendi, taglia ed arrotola… Il risultato è stato questo.

Attendi, spennella, decora e via!!!

Il problema, come sempre, é attendere il raffreddamento e cercare di “fa’ passà ‘a nuttata” a ció che sforno.



Però sono moooolto soddisfatta.

É anche vero che, sopravvissuta alle pennute, il resto sembra quasi facile.

Chi volesse passare a far colazione, é, come sempre, il benvenuto!

A presto!!

Tiramisú che passione

Quale versione di Tiramisù vi piace?

Iniziai a fare il primo tiramisú che avevo circa 12 anni, una sfida pazzesca  per una che aveva la mamma completamente avversa alla produzione di dolci (ottima cuoca per tutto il resto, per carità, ma totalmente negata per i dolci).

Prova che ti riprova, avevo affinato la tecnica, fino ad essere soprannominata “quella del tiramisù”.

Negli anni, leggendo, ho apportato piccole e costanti modifiche alla ricetta originale, ma sempre con savoiardi, mascarpone/ricotta, uova, caffé e cacao veniva fatto.

Finchè tranfusando qui e là, non sono inciampata in lei: la ricetta della vita!!

Ho fatto una prova, relativamente in piccolo (da buon chimico non mi smentisco mai…)  per il compleanno del mio pazientissimo Marito e poi, grazie all’aiuto dei vari tester di fiducia, aggiustando e personalizzando qui e là, fondendo un paio di ricette insieme, ho effettuato lo scalaggio industriale.

Il risultato é stato questo, un bestione da 3 kili e mezzo di pura cremosità, per una festa di compleanno di una ragazza che, pur non amando i dolci, mi ha richiesto al buio questa torta.

La sua felicità é stata impagabile!!!

Uno Spuntino?

Focaccia che passione

Eh già, chi mi conosce sa di cosa parlo, la ormai famosa focaccia della Patty.
Sembra una stupidata ma in realtà la ricetta è stata frutto di numerosi esperimenti e sperkmentazione su volontari…

A dire il vero la cosa non è stata priva di fallimenti, si beh certo alla fine non è sopravvissuto praticamente nulla, mah ha richiesto dispiego notevole di energie e materie prime.

Il segreto? ehehe e già è un segreto.. A parte gli scherzi, non ne ho uno in particolare, diciamo che a seconda del proprio gusto la ricetta perfetta la si trova o la si realizza, di una cosa però ne sono certa.. Non abbiate fretta, se certo ho scoperto l’acqua calda, ma è proprio così. No no tranquilli, non sono la solita mamma paranoica che fa lievitare il tutto per 2 settimane prima di infornare, ma in un paio d’ore ci si può riuscire.

Quello che vi posso dare, come mio personalissimo consiglio, è di prendere la vostra ricetta, io solitamente uso lievito di birra fresco, e di dimezzare la quantità rispetto a  quella che solitamente indicano e.. lasciatela lievitare almeno un paio d’ore.

Dove? Io uso il forno come camera di lievitazione,  preriscaldatelo per circa 3/4 min ad 80°C, poi spegnete tutto e mettete l’impasto già steso sulla teglia a lievitare. Poi attendete.. Queste sono le indicazioni che posso darvi io con il mio forno, ma con un pizzico di pratica potete trovare la vostra dimensione.

Tutto qui? beh per oggi sì, ma presto ne combinerò una delle mie.. quindi vi aggiorno a breve!