Produzione pasquale.

Colomba  Pasqua.

L’insicurezza è sempre stata la mia “miglior” qualità, quindi non mi sono mai lanciata in ricette strane, troppo complicate, perché pensavo di non essere all’altezza della situazione.

Poi pian piano, passetto per passetto, ho iniziato a crederci sempre un pochino di piú e, complici svariati fattori, tra cui i blog da cui sono diventata assolutamente dipendente, un marito fantastico con cui condivido i disturbi mentali e che sopporta con Amore le mie stranezze e la curiosità di evolvermi in continuazione, ho deciso che quest’anno avrei provato a sfornare una colomba hand made.

Come sempre, ho studiato a lungo le ricette disponibili sul blog e ho deciso di volar basso, iniziando con una ricetta base.

Premesso che non ho il lievito madre in casa, perché di bimbi già ne ho due da gestire e la sola idea di doverne gestire un terzo, con rinfreschi vari e dovermelo portare pure in ferie, mi atterrisce, ho filtrato le mille ricette, scartando quelle con il lievito madre.

Ho seguito tutte le fasi, con timore reverenziale e il risultato é stato buono, ma non eclatante: profumata, cotta bene, ma non perfettamente alveolata.
Ho il dubbio di aver combinato qualche pasticcetto, nella fase iniziale.

Peró ho preso coraggio e non mi sono arresa: i miei clienti piú esigenti (i miei genitori) hanno fatto presente che i canditi erano troppo sminuzzati, che la colomba era poco alveolata, ma che era buonissima!

Ho cambiato ricetta e ne ho scelta una a lievitazione prolungata.

Ho iniziato con la biga, ho aspettato, poi ho impastato con i vari ingredienti divisi maniacalmente in 10 pignatini differenti e poi ho messo tutto a lievitare…

Il mio papà mi aveva donato tempo fa questo fantastico oggetto ed io, non sapendo esattamente dove collocarlo, l’avevo lasciato in terrazzo per bagnare i fiori.

Ho avuto un’illuminazione e ho capito per cosa fosse destinato…

A fine lievitazione 1, ho reimpastato e formato le colombe.

É una sensazione deliziosa impastare e dare forma all’impasto.

Devo dire che i tutorial su you tube sono una manna dal cielo!!!

Il risultato è stato più o meno questo.

Dopo una lunga attesa davanti al forno, con domande esistenziali tipo: staranno crescendo bene? Sono belle? Aspetto ancora un pochino… finalmente le ho messe in forno.

Ed ecco il risultato finale.

Una meraviglia!!!

Sono troppo felice.

Ora parte lo scalaggio industriale, perché, ho fatto appena a tempo a farle assaggiare, che già é partito l’ordine!!

E quindi… via di impasto!!! Meno male che il bicchierone  é super capiente!!!

Si accettano le ultimissime prenotazioni!

Alla prossima

Zeppolando per la festa del Papà

Festa del Papà

Per tutta la vita la festa del papà è stata per me un momento speciale per godermi il mio papà e, sebbene non gli faccia più il regalino da tanti anni, è diventata una ricorrenza in cui mi prodigo nel preparare una cena o un pranzo coi fiocchi, mettendoci tutto il mio amore.

Da qualche anno la festa del papà si è triplicata, in quanto anche il Santo è diventato papà e insieme a lui festeggiamo anche il suo papà.

Aggiungici anche il vicino di casa Giuseppe, che, essendo non esattamente nordico, ha radicata nel sangue la tradizione dell’Onomastico, e il gioco è fatto!!

Insomma, a casa nostra, San Giuseppe è diventata un’istituzione per mangiare come se non ci fosse un domani.

Quest’anno, dopo aver stretto un legame indissolubile con la pasta sfoglia, ho voluto utilizzarla non per fare la Millefoglie, ma per fare i vol-au-vent con le capesante. Un successone!! Mai mi sarei aspettata un risultato simile. Ero già sulle nuvolette all’antipasto per la felicità.

Primo piatto paella e poi, le Zeppole di San Giuseppe.

Ora, partiamo dal dato per assodato che ormai non mi cimento più con alcuna ricetta senza aver letto almeno 3 fonti diverse e aggiungiamoci che il blog aniceecannella è diventato, insieme a giallozafferano e profumo di lievito, la mia pietra miliare… Dopo giorni e giorni di studio sono partita, come Don Chisciotte, alla volta della battaglia con le zeppole.

Fase 1: pasta choux. Mi ero già allenata la settimana precedente con i bignè ed erano venuti belli cicciottelli, ma la zeppola è tutt’altra faccenda: deve essere DAVVERO cicciotta e, come sempre, manca “l’attrezzo giusto” come dice sempre quel saggio di mio papà.

In qualche modi mi sono arrangiata, anche perché, se fosse sempre necessario avere l’attrezzo giusto, dovrei avere un arsenale a disposizione e sono riuscita ad ottenere un risultato soddisfacente.

Fase 2: farcitura. Avevo una ricetta di crema pasticcera a cui ero legata da sempre, ma, come sopra, mica mi potevo arrendere e non sperimentare qualcosa di nuovo; quindi, togli la farina, aggiungi l’amido, mettici un po’ di panna, riprova, sarai più fortunata… Morale uno spettacolo!

Fase 3: guarnizione con amarene. Ecco, se vogliamo questo è stato l’inghippo più grosso: trovare le amarene alla vigilia di San Giuseppe è quasi come cercare il regalo dell’ultimo minuto la vigilia di Natale… Al quarto supermercato, la missione è stata compiuta con successo.

Dopo adeguata farcitura è saltato fuori questo popò di capolavoro!! Non saranno perfette, ma, per il compleanno, ho già commissionato l’attrezzo adeguato, in modo da essere sul pezzo per la festa dell’anno prossimo.

Auguri quindi al mio fantastico papà, al mio meraviglioso Marito, a mio suocero e a tutti i Giuseppe e papy del mondo.

Tiramisú che passione

Quale versione di Tiramisù vi piace?

Iniziai a fare il primo tiramisú che avevo circa 12 anni, una sfida pazzesca  per una che aveva la mamma completamente avversa alla produzione di dolci (ottima cuoca per tutto il resto, per carità, ma totalmente negata per i dolci).

Prova che ti riprova, avevo affinato la tecnica, fino ad essere soprannominata “quella del tiramisù”.

Negli anni, leggendo, ho apportato piccole e costanti modifiche alla ricetta originale, ma sempre con savoiardi, mascarpone/ricotta, uova, caffé e cacao veniva fatto.

Finchè tranfusando qui e là, non sono inciampata in lei: la ricetta della vita!!

Ho fatto una prova, relativamente in piccolo (da buon chimico non mi smentisco mai…)  per il compleanno del mio pazientissimo Marito e poi, grazie all’aiuto dei vari tester di fiducia, aggiustando e personalizzando qui e là, fondendo un paio di ricette insieme, ho effettuato lo scalaggio industriale.

Il risultato é stato questo, un bestione da 3 kili e mezzo di pura cremosità, per una festa di compleanno di una ragazza che, pur non amando i dolci, mi ha richiesto al buio questa torta.

La sua felicità é stata impagabile!!!

A carnevale, ogni tortello vale…

Ogni anno, nel periodo che precede carnevale, si scatena in me la mania di iper efficienza  “mammifera”, che tradotto, signigica dimostrare a me stessa e a tutto il mondo che sono una brava mamma (come se bastasse tanto poco…), che i miei figli hanno i costumi di carnevale fatti a mano e non comprati ed invadere tutto il mondo intorno a me con tortelli e chiacchiere.

Questo peró porta ad iper produttività, esperimenti,migliaia di ricette mixate e la necessità di tante cavie.

Per fortuna i miei colleghi sono giovani e scientificamente portati alla sperimentazione, quindi si prestano volentieri ai miei “pasticci”.

Dopo essermi iscritta ad un gruppo di folli panificatrici, sono diventata assolutamente dipendente dal blog originale, “Aniceecannella”, che ringrazio per l’amore trasmesso; questa dipendenza si é ripercossa su un aumento esponenziale di farina ed uova consumate.

Per la farina, per fortuna ho i miei fornitori di fiducia, che mi hanno insegnato a distinguere una farina dall’altra e che “pago” in esperimenti; per le uova é piú complesso…Ho chiesto a piú di un amico “giardino munito” di adottare uno struzzo o un paio di galline per conto mio, ma nessuno mi dà retta!

Ed ecco qui la produzione delle ultime settimane… Castagnole e Chiacchiere.

Meno male che inizia la Quaresima, se no tra un po’ inizio a rotolare.
A presto!!!

In progress briosches, pain au chocolat e muffin…

#Questacosamistasfuggendodimano!!

La prima grande sfida

Grigliata con Dolce finale

La prima grande sfida che mi sono prefissata è stata lanciata in occasione di una grigliata.

Mi fu commissionata una millefoglie, che, in sè non è una torta difficilissima da realizzare.

Il piccolissimo dettaglio era che doveva essere per…45 persone!!

Ovviamente non mi sarei MAI tirata indietro, ma nemmeno volevo arrivarci impreparata e il mio super orgoglio non mi avrebbe mai concesso di utilizzare la pasta sfoglia commerciale.

Dopo studi vari ho trovato una ricetta che mi ispirasse fiducia (e che avesse anche un piccolo tutorial) e ho iniziato con test in piccolo ( la mia natura di chimico aiuta tantissimo), coinvolgendo tutto il vicinato e il parentado in assaggi vari.

Sfogliare è rilassante, delizioso e dà un sacco di soddisfazioni.

La pasta sfoglia mi è talmente entrata nel cuore che per un mese abbiamo mangiato sfogliatine/millefoglie/torte salate di ogni tipo.

Pian piano, la voce si é sparsa tanto da passare tutto il mese di settembre a sfornare millefoglie.

Questo é il risultato della “torta capostipite”. É stata una soddisfazione immensa. Vedere la festeggiata felice é stato impagabile!!!

Da lì é partito il ciclone Dolci con Amore!!

 

Rainbow Cake

Primo Esperimento con Rainbow Cake…

 

Beh questa è una scommessa che era latente da un po’, il mio miglior cliente, anzi direi il mio cliente più esigente mi ha commissionato questa torta, ma non poteva che essere al cioccolato e non poteva che possedere tutti i colori dell’arcobaleno.
In effetti questo, essendo un test, non ha i 7 Strati, e non ha tardato a sottolinearlo appena ha visto la torta tagliata.. Ma devo dire che alla fine ha apprezzato, e cosa del tutto inusuale, ha persino chiesto il bis.. Quindi che dire per questo esperimento pieno successo..
L’esperienza non è stata priva di piccoli imprevisti, dosare il colorante è stato divertente, (nonché la mia ideona di leccare lo stecchino con cui stavo decorando la panna..), che mi ha donato un sorriso Blu, più che inconsueto. Meno male che dopo un bel tè caldo il colore si è stemperato.

Adesso che il mio timore reverenziale verso la ricetta si è smussato, posso pensare alla realizzazione finale sia per il mio G. che per la mia amica  N. che ovviamente necessiterà di una serie di rivisitazioni in fatto di presentazioni, ma son più speranzosa di far bella figura.. Ma ho ancora un po di tempo per prepararmi, quindi qualcuno dovrà testare le prossime versioni … Chi ha da intendere, intenda..

 

Cappello del Vescovo

Dolce classico ma di fascino intramontabile.

Questa è una torta di tutto rispetto, ha una lunghissima tradizione, ma quello che la rende unica è nella scelta della bagna.

Il Liquore strega le dona un gusto fuori dal comune. La sua glassa ai lamponi grazie alla sua acidità, ripulisce il gusto dal troppo dolce delle creme e riequilibra il tutto…

Ok, e questo sarebbe un buon inizio se il fosse un sito/blog di cucina. Ma non è il mio caso. Io ho la passione dei dolci e degli esperimenti, ecco perché ho deciso di condividere la mia passione, qui non troverete grandi indicazioni tecniche, ma la mia avventura nella realizzazione del dolce, e del risultato..

 

 

Millefoglie

Una piccola sfida personale

Fare la sfoglia a mano può non essere cosa semplice, e per chi come me non ha un bagaglio così vasto è una bella scommessa.
Eh già, qualche tempo fa mi fu chiesta una mille foglie, ma non avrei mai ceduto alla tentazione di prendere la sfoglia surgelata.
E così mi rimboccai le maniche e iniziai i primi esperimenti, ci sono volute un  paio di prove a vuoto prima di imbroccare la giusta ricetta.
Il passo successivo fu quello di testare la fragranza della torta una volta assemblata.
Qualcuno mi fu di grande aiuto, prestandosi come cavia, ‘Assaggiatore’, ufficiale. E ben presto raggiunsi il verdetto positivo.. Poi ‘dovetti’ fare una specie di piccola produzione in serie per essere certa di aver capito la ricetta, e di essere in grado di poter ripetere il tutto. Non mi giudicate, il mio lato scientifico a volte si manifesta.

Ecco qui in due parole una delle mie prime piccole sfide..