Mai fermarsi

Cream Tart

Eccoci di nuovo, è passato un bel po di tempo dall’ultimo mio post, e a dire il vero non sono stata mani in mano..

Ormai sapete che non sono, per cosi dire NORMALE , non riesco a non trovare o cercare nuovi modi per stupirmi e stupire.. Quindi? Beh che dire, tra un macello e l’altro ho avuto modo di scoprire questo meraviglioso mondo la CREAM TART..
Non sapete di cosa sto parlando? he he fino a qualche mese fa nemmeno io ma adesso, ho un asso in più nel mio forno.
La Cream Tart solitamente è fatta con due strati di sable riempita con crema, a seconda dei gusti, e decorata in mille modi differenti, dalle più classiche alle più esotiche. ma il risultato è stupefacente!! Non solo per bellezza ed eleganza ma anche per sapore. Che dire dire assaggiare per credere..

Torta o semifreddo?

Eccomi, è un po’ che non condivido nulla sul blog, ma è stato un periodo molto intenso..

Ma rieccomi.. questa è una torta molto interessante ho tratto ispirazione da un dolce che ho sbirciato in una pasticceria..ma ovviamente ho dovuto metterci del mio..  il dolce è una torta semifreddo con due creme, pasticcera e mousse al cioccolato bianco, il tutto arricchita da frutta fresca.. la base è un pan di Spagna con una bagna non alcolica, ma penso che un piccolo aggiustamento potrebbe non guastare..
E devo dire che servita fredda, è stata un esperienza gustativa di elevata caratura..
Peccato che non abbia fatto a tempo da fare una foto alla fetta tagliata, come dire i commensali hanno gradito più del previsto..
ma tenterò di ripetere al più presto l’esperimento.

Precisetti…

Precisetti.

Chi mi conosce bene sa che sono sdoppiata (essendo dei gemelli non è un mistero); chi vive con me assiste quotidianamente allo sdoppiamento di personalità: so essere una pistina precisetti su alcune cose, ma un uragano caotico e iper disordinato nello stesso tempo e luogo.

Ci vuole moooolta pazienza a starmi affianco, spesso e volentieri mi do pure fastidio da sola!

In occasione di una grigliata, mi è stato chiesto di fare una torta, che mettesse d’accordo tutti e che tenesse conto di diversi fattori: “io sono a dieta”, “a me non piacciono i dolci”, “a me piace solo la crostata di frutta”, “io mi scofano tutto”, “fa caldo”, “la cheese cake al mascarpone è troppo pesante”, “devono mangiarla anche i bambini”.

A parte il primo istinto di lasciar perdere, ho decretato che sarei riuscita a metter d’accordo tutti in qualche modo.

Un’amica mi aveva giusto giusto chiesto una crostata di frutta, coi frutti di bosco, per il suo compleanno e io avevo rispolverato per lei la vecchia ricetta della pasta frolla, che era un po’ che non utilizzavo più.  La mia mamma, visto che già ero in ballo, mi ha chiesto di fare una sorellina piccola, perché sai… è domenica e io ho realizzato che, essendo il mio compleanno (di cui tutti si dimenticano, dato che viene in coda a quello delle cozze), avrei dovuto portare una torta in laboratorio, pena licenziamento in tronco!

Morale, ho fatto una produzione massiva di pasta frolla, mettendoci la scorzina di limone, un bidone di crema pasticcera aromatizzata al limone (versione 2.0 con la panna, che non sia mai che venga leggera e non bella densa e cicciosa) e ho saccheggiato il supermercato di fragole e frutti di bosco vari (meno male che i mirtilli sono XXL).

Cottura in bianco (finalmente sono riuscita a farla coi fagioli senza farli diventare parte integrante della torta), farcitura con crema e inizio della cesellatura.

Devo dire che non ci avrei scommesso un centesimo su me stessa… io non sono una che ama fare le cose di fino, ma amo molto la geometria (sono una fan psicopatica delle curve frattali), quindi, iniziato con la prima, non sono più riuscita a fermarmi.

Il risultato è stato questo…

Alla grigliata, ognuno ha mangiato a modo proprio: i bambini hanno lasciato la sola frolla nel piatto, il resto è sparito, gli altri mi sono parsi moooolto felici.

Mamma e Papà ed amici molto soddisfatti; i colleghi hanno spazzolato tutto in due minuti netti e la loro torta era pure quella più grossa di tutte (ma io li ho sempre definiti delle cavallette spazzolanti!!).

Devo dire che sono molto soddisfatta del risultato finale. A volte il gemello precisetti che c’è in me, se prende il sopravvento sul gemello confusionario e ciclonico, riesce ad ottenere dei risultati validi.

Ab-buffet.

Ab-buffet.

Il giorno in cui consegnammo la rainbow, il successo fu tanto, che la festeggiata mi “prenotó” per la torta per la prima comunione del cucciolo grande.

Allora sembrava lontano secoli, ma il grande giorno é arrivato.

Nel frattempo io ho fatto nuovi test e, chiacchierando chiacchierando, ho proposto di fare un buffet, in modo che la mia amica non dovesse passare 48 ore ai fornelli.

Siamo partiti dal dover fare una cinquantina di stuzzichini a…200 pezzi divisi tra brioscine, paninetti e vol-aú-vent, piú due torte ed una ad un amichetto, senza, anzi con cialda..

Cialda??? E io dove la trovo la cialda in 3 giorni??????

Mi ricordavo che in un supermercato, vicino a casa, stampavano le cialde personalizzate, ma bisognava convincerli a farlo, senza comprare la torta.

Quindi: trova l’ immagine, falla ritoccare dal santo, implora mamma e papà per andare a convincere i tizi a  stamparla…

Missione 1: fallita! Scortesia pura, giallo finito e decisamente poca voglia di collaborare.

Missione 2: compiuta!!! Super panettiere figo, dieci minuti di attesa e via!! Cialde a peso d’oro ottenute!! Grandi papy & mamy!

Devo dire che, presa da un entusiasmo pazzesco, avevo un po’ preso sotto gamba la cosa.

In sé il problema non é stato tanto il fare tutto, quanto lo stoccaggio!!

Il frigo ha una capienza finita (molto ampia, ma finita!) e, l’averne recuperato un altro all’ultimo minuto é stata una benedizione celestiale!

Morale, aiutata dagli elfi (uno collaborativo, due piccini, un po’ meno), ho iniziato la grande produzione.

La pasta sfoglia é solo una questione di rispetto dei tempi di attesa, anche se, per 4 panetti, sono necessari forza, spazio e dedizione.

Il giorno successivo é stata la volta delle torte…

L’ultimo giorno è stato il turno della panificazione. Devo ammettere che, scegliere come incastrare correttamente i tempi di lievitazione, preparare tutti gli ingredienti in contenitori separati e, sopratutto, non mischiare tra loro gli ingredienti, né tantomeno dimenticarmi il sale (cosa che faccio mediamente una volta su due!!!), é stata un’impresa diabolica, ma, complici la levataccia all’alba e l’assistenza divina, é filato tutto liscio!

Devo dire che la massa di lievitato utilizzata era davvero imponente, ma, come ho già detto tante volte, osservarla crescere, impastarla con amore e renderla duttile, fare le pieghe e pirlare, vedendo che rimane compatta e non si ammoscia, non ha davvero prezzo..

É una delle poche cose che, in questo periodo “un po’ caotico”, riesce a rilassarmi.

Formate palline e cornetti, via di lievitazione…

Anche in questo caso, per mia somma sfortuna, le dimensioni del forno a disposizione sono finite (e di questo non ho il back up), ma, dato che mi hanno insegnato a non arrendermi mai, ho allestito l’antibagno a camera di lievitazione: ho riempito la vasca da bagno di acqua bollente e acceso il phon al massimo per scaldar la stanza. Morale: in pochi minuti sono stati raggiunti i 26°C.

Mentre finivo di coppare i vol-au-vent e il resto della forneria era in cottura, ho decorato le torte.

Il risultato é stato questo… (stratificazione frigorifero perfetta, intorno: il vuoto siderale…)

Poi il Santo ha iniziato la farcitura; non avevo memoria dell’ultima volta in cui la pulce “grande” avesse dormito il pomeriggio, ma si vede che dobbiamo aver fatto pietà a qualcuno dei “piani alti” che deve averli narcotizzati, facendoli dormire entrambi 3 ore!

Lavorando come due forsennati siamo riusciti a finire tutto a tempo record e a consegnare tutto.

Salato…

… e dolce!!!

E con gli avanzi?????

Ve lo racconto nel prossimo post!!

Auguri Giacomooooooooo e anche a mamma e papà!!!

Brioches

Passata la Pasqua e passato lo stormo di colombe, ho lasciato ben 4 giorni di ferie alla planetaria.

Devo dire la verità, stare in albergo e non poter impastare nulla, mi é sembrato decisamente strano; tante volte ho avuto l’istinto di chiedere asilo politico all’amica nella cucina dell’hotel, ma poi mi sono imposta una pausa “riflessiva” e di imparare a godermi il momento dell’impasto. In effetti, la planetaria é, più che un attrezzo, un’amica fidata, un essere simbiotico e dotato di anima.

Un mio professore di scuola, il mio mentore, colui che mi ha insegnato a fare il chimico, mi ha sempre detto che gli strumenti hanno un’anima ed una personalità, spesso perversa e dispettosa, ma esigono rispetto e timore reverenziale; lo stesso vale in cucina: la planetaria e il forno vanno riveriti… se si indispettiscono e si ammutinano loro, é la fine!!!

É inutile dire che appena messo piede in casa ho decretato la fine della tregua della planetaria e ho impastato al volo una focaccia, cosí, giusto per gradire!

Poi ho iniziato a girare in tondo come uno squalo, in cerca di qualcosa da impastare, finché non ho puntato la sezione bomboloni, brioches & friends.

Siccome essendo stata via, anche la lavatrice ha fatto ferie (il ferro da stiro é in vacanza da una vita), ho pensato bene di intervallare lo sdoganamento dell’Everest di panni da stirare con qualcosa di veloce da fare.

Questo impasto prevede una fase da fare a mano ed era tanto che non impastavo senza planetaria.

È stata una sensazione spettacolare: l’impasto che si amalgama al lievitino, i colori che si fondono e i profumi che si sprigionano, la massa prende corpo e finalmente si inizia a fare le pieghe di rinforzo e a pirlare…I bimbi mi hanno guardata estasiati; sono certa che avrebbero voluto partecipare al “pigia pigia”.

Premesso che, prima di vedere un tutorial durante la produzione di pennute, non avevo mai arrotondato un impasto; ieri sera, magicamente, tutto ha preso la forma e la consistenza perfette.

Impasta, attendi, stendi, taglia ed arrotola… Il risultato è stato questo.

Attendi, spennella, decora e via!!!

Il problema, come sempre, é attendere il raffreddamento e cercare di “fa’ passà ‘a nuttata” a ció che sforno.



Però sono moooolto soddisfatta.

É anche vero che, sopravvissuta alle pennute, il resto sembra quasi facile.

Chi volesse passare a far colazione, é, come sempre, il benvenuto!

A presto!!

Produzione pasquale.

Colomba  Pasqua.

L’insicurezza è sempre stata la mia “miglior” qualità, quindi non mi sono mai lanciata in ricette strane, troppo complicate, perché pensavo di non essere all’altezza della situazione.

Poi pian piano, passetto per passetto, ho iniziato a crederci sempre un pochino di piú e, complici svariati fattori, tra cui i blog da cui sono diventata assolutamente dipendente, un marito fantastico con cui condivido i disturbi mentali e che sopporta con Amore le mie stranezze e la curiosità di evolvermi in continuazione, ho deciso che quest’anno avrei provato a sfornare una colomba hand made.

Come sempre, ho studiato a lungo le ricette disponibili sul blog e ho deciso di volar basso, iniziando con una ricetta base.

Premesso che non ho il lievito madre in casa, perché di bimbi già ne ho due da gestire e la sola idea di doverne gestire un terzo, con rinfreschi vari e dovermelo portare pure in ferie, mi atterrisce, ho filtrato le mille ricette, scartando quelle con il lievito madre.

Ho seguito tutte le fasi, con timore reverenziale e il risultato é stato buono, ma non eclatante: profumata, cotta bene, ma non perfettamente alveolata.
Ho il dubbio di aver combinato qualche pasticcetto, nella fase iniziale.

Peró ho preso coraggio e non mi sono arresa: i miei clienti piú esigenti (i miei genitori) hanno fatto presente che i canditi erano troppo sminuzzati, che la colomba era poco alveolata, ma che era buonissima!

Ho cambiato ricetta e ne ho scelta una a lievitazione prolungata.

Ho iniziato con la biga, ho aspettato, poi ho impastato con i vari ingredienti divisi maniacalmente in 10 pignatini differenti e poi ho messo tutto a lievitare…

Il mio papà mi aveva donato tempo fa questo fantastico oggetto ed io, non sapendo esattamente dove collocarlo, l’avevo lasciato in terrazzo per bagnare i fiori.

Ho avuto un’illuminazione e ho capito per cosa fosse destinato…

A fine lievitazione 1, ho reimpastato e formato le colombe.

É una sensazione deliziosa impastare e dare forma all’impasto.

Devo dire che i tutorial su you tube sono una manna dal cielo!!!

Il risultato è stato più o meno questo.

Dopo una lunga attesa davanti al forno, con domande esistenziali tipo: staranno crescendo bene? Sono belle? Aspetto ancora un pochino… finalmente le ho messe in forno.

Ed ecco il risultato finale.

Una meraviglia!!!

Sono troppo felice.

Ora parte lo scalaggio industriale, perché, ho fatto appena a tempo a farle assaggiare, che già é partito l’ordine!!

E quindi… via di impasto!!! Meno male che il bicchierone  é super capiente!!!

Si accettano le ultimissime prenotazioni!

Alla prossima

Tiramisú che passione

Quale versione di Tiramisù vi piace?

Iniziai a fare il primo tiramisú che avevo circa 12 anni, una sfida pazzesca  per una che aveva la mamma completamente avversa alla produzione di dolci (ottima cuoca per tutto il resto, per carità, ma totalmente negata per i dolci).

Prova che ti riprova, avevo affinato la tecnica, fino ad essere soprannominata “quella del tiramisù”.

Negli anni, leggendo, ho apportato piccole e costanti modifiche alla ricetta originale, ma sempre con savoiardi, mascarpone/ricotta, uova, caffé e cacao veniva fatto.

Finchè tranfusando qui e là, non sono inciampata in lei: la ricetta della vita!!

Ho fatto una prova, relativamente in piccolo (da buon chimico non mi smentisco mai…)  per il compleanno del mio pazientissimo Marito e poi, grazie all’aiuto dei vari tester di fiducia, aggiustando e personalizzando qui e là, fondendo un paio di ricette insieme, ho effettuato lo scalaggio industriale.

Il risultato é stato questo, un bestione da 3 kili e mezzo di pura cremosità, per una festa di compleanno di una ragazza che, pur non amando i dolci, mi ha richiesto al buio questa torta.

La sua felicità é stata impagabile!!!

Rainbow Cake & Taverna RoseWater

Compleanno Lu , Bareggio presso Taverna RoseWater

Che bello!! Che felicità poter avere il piacere di preparare una festa a Sorpresa per una cara Amica.. No ok, io ho ‘solo’ preparato i due dolci, una Fantasmagorica Rainbow Cake per sole 40 Persone e il mio ormai cavallo di battaglia; “Trionfo di cioccolato”, cosi battezzato dal “mio cliente più esigente”, il piccolo Gabry.
Adesso lo posso ammettere, la preparazione non era partita al meglio, mi ero alzata di buon ora per poter lavorare senza nessuno tra i piedi, ma il mio sogno mattutino si è spento immediatamente.. Si sono materializzati nell’ordine, il piccolo Fede, Giorgia e Simo a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro, con il risultato che,  pazienza finita + Ansia a Manetta = Booommmm!!

Comunque, niente paura in giro di poco, Simo si è smaterializzato, lasciandomi sola con Fede, che per sua grande grazia mi la lasciato lavorare.. Peccato che ho realizzato di aver finito le uova, in fondo ne avevo solo 30 in casa, e rubate le 4 da mia mamma, beh ero senza.. Ansia +1 .. Lo giuro, io ho cercato di riperete dentro di me il mantra, ‘Ooooohmmmmm ,  tranquilla va tutto bene’ ma non é che abbia raccolto a pieno i frutti.. cosi i vari strati mi apparivano fatti male, non colorati a dovere.. Insomma tutto tranne un lavoro ben riuscito.. ( Ansia +77 )

Ma, lasciato passare un po’ di tempo e con l’arrivo tardivo di Uova e necessari ingredienti ( Ansia sotto controllo ) ho ricominciato ad avere un aspetto relativamente tranquillo..forse con uno spritz avrei risolto la questione in maniera piú soft, ma pazienza!!

Oh posso pensare di iniziare a montare la torta..

Man mano che vedevo che tutto si componeva, con pochi intoppi, la mia ansia si placava un pochino, ma alla fine, il bestione da cinque kili circa andave trasportato a destinazione!!

Sembra facile, ma non lo é.

Morale.. ho fatto tutta la strada con la torta in braccio, chiusa in un box protettivo, sollevandola ad ogni buca/dosso/rotonda…

Meno male che erano solo 10 minuti di strada.. avevo i crampi anche alle orecchie!!

Ultimo scoglio… tacco 12 e una scala a chiocciola, per arrivare alla collocazione provvisoria in frigorifero… mi mancava solo un incontro con le trappole per topi e il fossato degli alligatori e sarei stata a posto.

La torta é arrivata sana e salva al tavolo della festeggiata e…

Lo stupore nei suoi occhi e in quelli di tutti i bimbi presenti è stata la miglior ricompensa di tante fatiche!!!

Il Risultato? Beh alla Taverna vi erano numerosi avventori, bambini ed adulti, e vedere che hanno apprezzato le mie torte, beh non ha prezzo!!
Grazie a tutti per la fiducia e la stima che mi avete dimostrato..

 

Croissants

Piccole Delizie

Dopo essere diventata pasta sfoglia dipendente, ho decretato che non potevo fermarmi qui, ma che dovevo provare a fare i croissants.
Avevo già provato con la sfoglia classica, ma non ero del tutto soddisfatta.
Poi sono inciampata in un fantastico blog e mi si é aperto un mondo nuovo…
E via!!! Mani in pasta di primo mattino, per creare.
Dopo lievitazione, sfogliatura e rilievitazione, il risultato é questo.
Che ve lo dico a fare??? Uno spettacolo!!
Sono stati polverizzati!! Tanto che oggi devo rifare tutto da capo, perché non sono Dolci con Amore, se non li condividi!

Santa pace…



Millefoglie

Una piccola sfida personale

Fare la sfoglia a mano può non essere cosa semplice, e per chi come me non ha un bagaglio così vasto è una bella scommessa.
Eh già, qualche tempo fa mi fu chiesta una mille foglie, ma non avrei mai ceduto alla tentazione di prendere la sfoglia surgelata.
E così mi rimboccai le maniche e iniziai i primi esperimenti, ci sono volute un  paio di prove a vuoto prima di imbroccare la giusta ricetta.
Il passo successivo fu quello di testare la fragranza della torta una volta assemblata.
Qualcuno mi fu di grande aiuto, prestandosi come cavia, ‘Assaggiatore’, ufficiale. E ben presto raggiunsi il verdetto positivo.. Poi ‘dovetti’ fare una specie di piccola produzione in serie per essere certa di aver capito la ricetta, e di essere in grado di poter ripetere il tutto. Non mi giudicate, il mio lato scientifico a volte si manifesta.

Ecco qui in due parole una delle mie prime piccole sfide..